Rocchetta Sant'Antonio vi aspetta

Bed&breakfast di charme a Rocchetta Sant’Antonio

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C’è un luogo avvolto dal mistero di un territorio da sempre crocevia di culture, tradizioni e idiomi diversi. Un luogo che profuma di Puglia ma che si veste del fascino delle attigue regioni della Lucania e Irpinia. Un luogo dal carisma affascinate e dai colori variopinti che sembrano rubati ad un opera d’arte di Claude Monet. Chiese, castelli, palazzi nobiliari fanno da cornice a vicoli ombrosi animati dalla vita della gente che li popola da ormai mille anni. Un luogo che riesce a farsi amare per l’ospitalità della popolazione, per il buon profumo dei piatti tipici della cucina locale e soprattutto per l’autentico valore della serenità dei piccoli comuni caratterizzati da aria salubre e vivibilità a misura d’uomo. Questo luogo si chiama ROCCHETTA SANT’ANTONIO, coda del crinale dei Monti Dauni nella provincia di Foggia e capitale dei piccoli comuni europei. Il ministro e critico letterario dell’ottocento

Francesco De Sanctis la ribattezzò “poetica” forse proprio perché alle linee artistiche del suo abitato ha percepito la signorilità e l’arte di chi con estro continua a far respirare e vivere al visitatore un’atmosfera d’altri tempi. Una peculiarità apprezzata anche dal Touring Club Italiano che l’ha insignita della Bandiera Arancione. A padroneggiare sulla ‘rocca’ il cinquecentesco mastodontico castello D’Aquino, dalle linee gentili e maestose che solo un architetto come Francesco di Giorgio Martini poteva ideare. Il suggestivo bastione richiama il profilo delle antiche navi che solcavano i mari d’Europa. Una torre ogivale sovrasta l’abitato e lo protegge con la sua ombra. Attorno ad essa minuscole case, abbellite da archi e pietre lavorate a mano come solo gli antichi scalpellini sapevano fare. La fortezza adombra con la sua mastodontica struttura anche le tracce dei secoli meno remoti dove un piccolo feudo, quello dei Del Torpo difendeva questa linea di confine dai Greco-Bizzantini sempre pronti ad espugnare lingue di terra ai Normanni. Ma prima di loro, Longobardi e popolazioni indigene hanno combattuto per questo territorio, lasciando a noi le orme e le vestigia del passato racchiuse in quel che resta dell’antico castello dedicato a Sant’Antimo che, se pur meno imponente della fortezza D’Aquino, racconta con la sua esile torre di un passato meno fastoso ma comunque importante per la storia del territorio. Il fascino di ROCCHETTA SANT’ANTONIO non si conclude solo tra i castelli ma riecheggia tra le lesene della baroccheggiante Chiesa matrice del 1700. Un luogo sacro ai rocchettani che racchiude importanti opere d’arte, come la pala della Madonna del Cardellino dal fascino rinascimentale e dal volto dolce e materno. Sulla sommità della chiesa si erge un cupolino cuspidale maiolicato che riprende i temi di un passato spesso ammaliato dall’oriente. Luminosa e calda, la Chiesa matrice è un tempio (museo unico nel suo genere) voluto dal popolo per il popolo. Arredi in legno e marmi abbelliscono e rendono degno questo ‘tempio’ del titolo di “Casa del Signore”. Volgendo lo sguardo fuori dall’abitato il visitatore non può non apprezzare lo stupendo spettacolo della natura racchiuso in migliaia di ettari di macchia mediterranea dove, tra una roverella e il richiamo del nibbio, è possibile scorgere ancora qualche esemplare di lupo appenninico. Immerse nel verde delle chiese rupestri nate qui dal minuzioso lavoro dei Benedettini all’inizio dell’anno mille, quando da Cava dei Tirreni decisero di marcare il territorio insediando abbazie e conventi lungo la linea che si spinge verso le Puglie. Dal passato alle nuove tecnologie Rocchetta guarda al futuro con particoalre attenzione alle tematiche ambientali, largamente supportate da un imponente sfruttamento delle risorse rinnovabili attraverso campi fotovoltaici e eolici. Un dato ecosostenibile che ha permesso al paese di ottenere la Certificato Ambientale UNI EN ISO 14001:2004 – n.13313. Ma forse il valore più accattivante da scorgere a Rocchetta è il patrimonio intrinseco e antropologico delle tradizioni e dei saperi e sapori. Una lunga scia di tradizioni, che a cadenza annuale si ripetono, completando un circolo di usanze dal sapore antico e dalle immagini suggestive. Lingue di fuoco che si sprigionano dai falò illuminando la notte di Sant’Antonio (16 e 17 gennaio) o canti mariani lungo la tortuosa via di campagna nel giorno dedicato alla Madonna protettrice del paese (15-24, 25, 26 agosto), sono solo due degli appuntamenti che animano la vita del piccolo comune. Attorno ad esse orbitano usanze e tradizioni che escono dall’intimità delle case e si riversano in strada, coinvolgendo tutti in grandi feste e appuntamenti da non poter perdere. Rocchetta resta quindi un luogo leggendario, dove l’arte e la storia si sposano con il genuino vivere dei suoi abitanti. Un connubio perfetto che alterna agli eleganti stili del centro storico le succulenti forme del buon cibo come la mozzarella o il pane. Sapienti mani da secoli ripetono una laboriosa e minuziosa pratica per trasformare il latte in un’opera d’arte dal sapore genuino o la farina in pane croccante a base di lievito naturale e cottura a legna. Ingredienti che fanno da cornice a ricchi piatti tipici che sposano la cultura della civiltà contadina con le antiche tradizioni della pastorizia, che in questi luoghi trovavano i verdi pascoli per crescere gli armenti. Rocchetta per il visitatore diventa un luogo da vivere e da scoprire. Il mare di storia e le alte vette della cultura popolare sono un ottimo luogo dove poter passare dei momenti unici in pieno relax.